A Bilbao, all'interno dell'accademia Padel Stuff, Andoni Bardasco non si limita a insegnare il padel: lo seziona, lo cesella e lo trasmette con una passione contagiosa.

Durante un intenso corso di formazione con Adrien (15 anni e mezzo), sotto l'occhio vigile di suo zio Yan (allenatore sportivo e mental trainer) e di suo padre Christophe (ex allenatore di tennis), ho potuto osservare da vicino ciò che rende il "metodo Bardasco" così forte e così unico. Ecco, in otto punti, cosa distingue questo straordinario allenatore, secondo le testimonianze congiunte di un giovane allievo, del suo entourage e del vostro servitore.

#1 Un approccio globale e chirurgico al padel

È un'osservazione che faccio ogni volta che visito Bilbao: Andoni Bardasco non lascia nulla al caso. Il suo metodo abbraccia tutti gli aspetti del gioco: tecnica, tattica, movimento, mentalità, senza dimenticare l'aspetto ludico con piccole partite per lavorare su costanza, fisico e precisione. Il più basco degli allenatori spagnoli agisce come un meccanico del movimento, smontando pezzo per pezzo il gioco dei suoi allievi, fornendo loro gli strumenti necessari per (ri)costruire un giocatore completo. Dopo aver smontato, analizza, ricostruisce e corregge, fino a ottenere una versione migliorata dei suoi allievi. Questa visione si unisce alla capacità di individuare, con precisione chirurgica, i movimenti da correggere o perfezionare. All'inizio di giugno, Adrien ha potuto sperimentarlo con la famosa bandeja – quella che Andoni ha imparato e perfezionato lavorando al fianco di Fernando Belasteguin – sezionata e ripetuta ora dopo ora, fino a farla diventare automatica. Laddove altri coach si accontentano di una dimostrazione, lui scompone il movimento, evidenzia i micro-gesti e poi lo fa ripetere all'allenatore finché il movimento e il gesto non si fissano nella memoria del corpo. Ma questo richiede tempo...

La dimostrazione è essenziale per la pedagogia

#2 Diagnosi personalizzata e insegnamento dettagliato

"Esamina il gioco di un giocatore, analizza le cose e stila una lista di ciò su cui bisogna lavorare per migliorare il gioco", riassume un frequentatore abituale dei corsi di allenamento. Padel StuffAndoni Bardasco non è un fan dell'allenamento "pronto all'uso": ogni allievo beneficia di una diagnosi personalizzata, basata su un'osservazione attenta e, spesso, su analisi video. Questo insegnamento dettagliato permette di raggiungere l'obiettivo della perfezione, senza necessariamente raggiungerla. Gesto dopo gesto, l'obiettivo non viene mai perso di vista: aiutare ogni giocatore a progredire secondo le sue reali esigenze, e non secondo uno schema prestabilito.

#3 La cultura della ripetizione formativa

Per Andoni Bardasco, la ripetizione non è una punizione, ma la chiave dell'apprendimento. Non esita a dedicare diverse sessioni a un singolo movimento, finché non diventa automatico. "In due ore si capisce cos'è una bandeja, ma non basta per impararla: per questo servono almeno due o tre giorni di pratica", spiega. Aggiunge, ironicamente: "Se vuoi giocare par 3 o volée, è normale... ma continuerai a giocare a bandeja per tutto il tempo necessario". Questo requisito, che può sconcertare gli impazienti, è la garanzia di progressi solidi e duraturi, a patto, ovviamente, di avere la giusta condizione fisica per evitare infortuni.

Adrien durante un esercizio di movimento

#4 Intelligenza emotiva e dimensione umana

Oltre al suo essere un tecnico, Andoni Bardasco è un personaggio. "Ha un'aura, un modo di essere, è schietto, dice le cose con umorismo e intelligenza emotiva", afferma Yan Rolando. "Non fa sconti quando non gioca: pranza spesso con i suoi allievi, chiacchiera, condivide, scherza, crea un'atmosfera calda e familiare". Questo legame umano, lontano dalle fabbriche di padel impersonali delle accademie, favorisce supporto, fiducia e motivazione. Andoni non nasconde informazioni: dà, condivide, si impegna. E sceglie i suoi allievi, il che garantisce una vera coesione di gruppo e un coinvolgimento costante dell'allenatore.

#5 Senso del gioco e tattiche avanzate

Comprendere il gioco significa anche saper leggere l'avversario. Il metodo Bardasco insegna agli allievi come "entrare nella testa dell'avversario", anticiparlo e controllarlo anche da una posizione difensiva. Andoni sottolinea l'importanza di un piano di gioco, dell'adattamento tattico e dell'iniziativa. Questa capacità di pensare al padel e decifrarne i codici fa la differenza in campo, soprattutto quando gli scambi si intensificano.

#6 Analisi video: uno strumento di precisione

L'analisi video gioca un ruolo centrale nel metodo Bardasco. Ogni mossa, ogni movimento, ogni sequenza di gioco è potenzialmente analizzata dalla telecamera, consentendo una diagnosi estremamente dettagliata. Questa tecnologia, unita all'occhio attento dell'allenatore ("vede tutto, è ovunque"), consente la correzione di dettagli invisibili a occhio nudo per i principianti e accelera il progresso tecnico.

#7 Lo spirito di sfida e la motivazione attraverso il gioco

Per mantenere alta la motivazione, Andoni Bardasco non esita a proporre sfide divertenti, come serie di flessioni o squat per rendere più vivaci gli esercizi, o mini-gare di precisione e potenza. Questo gusto per il gioco, unito a standard elevati, crea un'atmosfera stimolante in cui si impara divertendosi, senza mai perdere di vista l'obiettivo del progresso. Ma attenzione ai dolori muscolari se arrivate a Bilbao senza un minimo di preparazione fisica!

#8 Adattabilità e soluzioni su misura

Infine, Andoni Bardasco sa come adattarsi a ogni profilo. Costruisce corsi personalizzati, rifiuta formattazioni eccessive e privilegia soluzioni su misura. Come sottolinea Christophe Rolando, "le federazioni di padel dovrebbero prendere spunto da questo tipo di allenatore: formatori capaci di personalizzare piuttosto che offrire soluzioni preconfezionate". Questo approccio, continua, "evita di snaturare i giocatori costringendoli a schemi rigidi e permette a ogni giocatore di crescere secondo le proprie qualità".

Conclusione

Il metodo Bardasco è un'alchimia rara, che unisce rigore tecnico, know-how, intelligenza e impegno umano. È rivolto a chi vuole progredire, a chi è disposto a mettersi in gioco e a impegnarsi nel tempo, ma anche a chi cerca un'esperienza umana intensa. A Bilbao, nella fabbrica del gesto perfetto, non si viene per seguire un corso di formazione: si viene per vivere un'avventura, accettando di entrare in gioco, di ripetere, di mettersi alla prova. A questo prezzo – e a patto di non venire come turisti – si torna a casa con una vera accelerazione nella progressione e nella comprensione del padel.

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La ripetizione è essenziale per ottenere l'automazione dei movimenti e dei gesti del padel.

Dopo 40 anni di tennis, Jérôme è caduto nel piatto del padel nel 2018. Da allora, ci pensa ogni mattina mentre si rade... ma non si rade mai con la mano nella mano! Giornalista in Alsazia, la sua unica ambizione è condividere la sua passione con voi, che parliate francese, italiano, spagnolo o inglese.